martedì 24 maggio 2011

ostinatamente


I giri di chitarra, la nenia, la ripetitività
un ritmo incalzante
quasi andasse da sè, come va da sè la testa a muoversi
e gli occhi a chiudersi.
Ieri ho fatto pensieri erotici
mentre pedalavo ad occhi chiusi
e mi sembrava di poter pedalare all'infinito.
Devo esser diventata più bella da quando soffro,
mi sento gli occhi addosso,
profumo,
lo sento che mi scrutano sotto la pelle
lievemente abbronzata.
La morte mi fa bella.

La tua strada sale dritta in cielo,
il sole ci impazzisce sui vetri,
me l'ha detto qualcuno
in sogno.

lunedì 9 maggio 2011

And I cried like ever

I viaggi sono fatti per tornare.
Il passato è una terra straniera, va esplorato, capito e curato.
L'aereo ti serve per andare, per perdere il contatto, e provare l'impatto con l'ignoto. E poi è bello, perchè devi tenere la mente impegnata sulle cose semplici che a casa non ti domandi mai: come fare a raggiungere un posto, farsi capire, capire, cogliere abitudini, luoghi comuni della terra ignota.
Ti allontani per provare, per provarti, per vedere se sei in grado, e già lo sai da prima che lo sarai, solo se lo vuoi. Si è sempre fin troppo banali nel mettersi alla prova, ognuno lo fa a modo suo ma sempre nello stesso modo. When you loose your energy, you should do something to save yourself. E questo comporta qualcosa di rotto. Per forza.
Ne avevo bisogno, perchè io ho bisogno che le cose scorrano semplici, e ho bisogno di seguire certi segnali stupidi che mi arrivano alla testa, tipo una parola che mi ronza in testa, una coincidenza, una canzone, una domanda inaspettata; è sempre così che prendo le decisioni, anche le più importanti, ed è sempre come se non le prendessi io, ma stessi seguendo qualche suggerimento, una strada che esiste al di là del punto preciso in cui la sto percorrendo al momento. Lo chiamano istinto, ma è qualcosa di diverso, perchè non c'è certezza, solo obbedienza.
Allora me ne sono andata, venti chili nella stiva e dieci addosso. Ciao amore, ciao. Tornerò.
E mentre l'aereo cadeva ho pensato: non devo più decidere niente. 
Insoluto.
Avevo voluto il mio sacrificio.
And I cried like ever.

giovedì 5 maggio 2011

A

Vorrei innamorarmi facilmente, soffrire delusioni, illudermi, perdere, implorare, pregare e credere di non essere in grado di muovere un passo. Poi vorrei voltarmi e cadere coi piedi e le scarpe in un nuovo amore, di plastica, di aria, di vento, d'estate, di mare infinito, di voglie amaranto, che sfoci in un fiume prosciugato dal sole, si essicchi e si bruci nel campi del sud.
Vorrei non tessere legami in fibra d'acciaio e saper pronunciare la parola: fine.
Vorrei subire, subire decisioni altrui, non sentire il peso delle scelte ad aprirmi la fame e la voglia di dolci da sciogliere in bocca, ad alleviare i denti sempre un pò troppo serrati.
Vorrei trattenermi sempre alla riva, bagnarmi i piedi se proprio devo, l'orizzonte è solo un limite in più, posso solo annegare.
Ma sono troppo razionale.
Ma sono troppo irrazionale.
Perchè?
Per costringermi a mentire, a non aderire mai completamente ad una sola delle cose che dico, a non saper pensare, a non arrivare a niente, a non sapermi difendere.