domenica 10 marzo 2013

assente

Se posso amare soltanto in assenza
cosa devo pensare?
Se amore appaga, riempie, soddisfa
perché allora svuota, tormenta, allontana?

Amare quello che manca con dedizione
è una prerogativa di chi come me
si scava nello stomaco labirinti
e li esplora tutti
all'infinito

Once you're in
you can't escape

Soffrire l'assenza in ogni caso
e amarla moltissimo
aggrapparcisi, ripercorrere ricordi con minuzia di dettagli
collegare alla perfezione una musica a un momento
e risentire tutte le cose sentite allora
prima
quando mancava qualcos'altro

Maledizione.
E' incapacità?
Sostanziale incapacità di viversi le cose appieno?
Sempre qualcosa che manca.
Lo spazio vuoto in cui navigo coi pensieri al contrario
e nel ripercorrere a ritroso
mani occhi caffèlatte
luce presto la mattina
mi perdo mi perdo mi perdo
e dispero.

mercoledì 19 dicembre 2012

Lasciare andare

Non basta
decidere di aprire.

Devi infilare le dita
nell'ombelico con le due mani
lacerare,
far uscire le lucertole e i rospi dalle corna
le orchidee e i girasole,
capovolgere il labirinto.
Scuoterlo

Eppure, non ti sei completamente svuotata.
Forse un muco verde
si cela nella tosse.
Forse neanche lo sai
che è lì finché un nodo
ti cresce in gola
e si trasforma in una rana.

Ti solletica un sorriso segreto
sul palato
pieno di minuscoli orgasmi.

Ma prima o poi
si scopre.
La rana verde gracida indiscreta.
Tutti guardano.

Non basta
aprire una volta.
Di nuovo devi infilare le dita
nell'ombelico, con le due mani
lacerare
lasciar cadere topi morti e blatte
pioggia di primavera, giovani spighe di grano.
Capovolgere il labirinto.
Scuoterlo.

Stavolta devi lasciar andare.
Incrociare il volto del drago
e lasciare che il terrore ti ingoi.
- Ti dissolvi nella sua saliva
- nessuno ti riconosce come una pozzanghera
- nessuno avverte la tua mancanza
- neanche si ricordano di te
e il labirinto non è neppure opera tua.

Hai attraversato.
E tutt'attorno spazio.
Sola. Con il niente.

Nessuno verrà a salvarti.
Nessuno ti abbatterà,
toglierà le grosse spine che ti circondano.
Nessuno attaccherà
le mura del castello nè
ti desterà la vita con un bacio,
si arrampicherà lungo i tuoi capelli,
né ti porterà via al galoppo
su un destriero bianco.

Non c'è nessuno che
alimenterà il desiderio.
Rassegnati. Dovrai
farlo tu, da sola.
E tutt'intorno un vasto terreno.
Sola Con la notte.
Dovrai diventare amica dell'oscurità se
vuoi dormire la notte.

Non basta
lasciare andare due, tre volte,
cento volte. Presto tutto diventa
noioso, frustrante.
Il volto aperto della notte
non ti interessa più.
E presto, di nuovo, tornerai
al tuo elemento e
come un pesce in cerca di aria
vieni all'aperto
solo tra un respiro e l'altro.
Ma già le branchie
crescono sul tuo petto.

Gloria Anzaldùa

Avver(b)i di tempo

Sul mio sentiero
non arriva, non arriva la luce
non si vede niente.
Mangio briciole di felicità
felicità in fotografie, istantanee
grammi, grane, grotte di sole.
Lasciatemi finire di mangiare
non lascio mai il piatto sporco
non lascio mai il letto sfatto
non lascio mai.
Lasciatemi finire,
la mia anima è un fiume,
fluire nel mare
finalmente.
Quanta acqua posso contenere?
Litri e litri di acqua e di sale
a gonfiarmi la faccia
a colorarmi di viola.
Torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere.
Succede sempre
che i segnali si disperdano di nuovo
nell'acqua
e ricomincio da tutte le parti
a carpire segnali già persi.


domenica 29 gennaio 2012

la dittatura della ragione

Non sopporto i miei stessi ricci in testa, mi urta il loro disporsi in modo assolutamente imprevedibile sulla superficie del mio cranio. Mi preme che le lenzuola siano ben distese sulla superficie del materasso, e i lembi siano equipendenti dai lati. Voglio molta luce: di giorno, di un sesto piano non posso lamentarmi, per la sera ho cambiato la lampadina, a risparmio energetico, ma illumina a giorno. Luce bianca. Mi guardo intorno e respiro, dove son passate le mie mani, c'è aria. Dove non posso metterle regna il caos che non fa dormire. Devo dominare la materia, disporne secondo il mio giudizio se voglio sorridere bene, senza incrinare i lati della bocca, senza che mi tremino le palpebre. La ragione al governo, il tempo di adempiere al mio dovere, senza farmi mandare all'aria dalle improvvise invasioni di campo. Il popolo ha scelto il re che legifera a suo piacimento, e tutto fila, tutti sono esonerati dal libero arbitrio.